Chi compra l'obbligazione diventa creditore dell'ente che l'ha emessa, che si impegna a sua volta a versare un interesse e a restituire il capitale originario investito alla scadenza.
Ecco alcuni criteri per valutare un'obbligazione:
- RENDIMENTO: può essere l'interesse a noi dovuto ma anche l'eventuale differenza tra il prezzo di acquisto e di vendita o di rimborso dell'obbligazione
- INTERESSE: può essere FISSO, VARIABILE, o MISTO
- se variabile, è collegato a Euribor, o a indici di borsa, o all'inflazione (a seconda dei casi). Esempio: CCT.
- PREZZO: se è maggiore di 100, significa che si paga l'obbligazione più del suo valore e viceversa;
Riguardo alle ultime due voci, una regola vuole (nel caso di obbligazioni a tasso fisso a lungo termine come i BTP) che:
se i tassi sul mercato salgono, il prezzo del titolo scende
- RISCHI:
-INFLAZIONE: se aumenta l'inflazione, gli interessi ottenuti potrebbero non essere sufficienti a coprire la svalutazione
-EMITTENTE: è un rischio legato all'impossibilità dell'emittente di pagare (Parmalat e Argentina vi dicono qualcosa?) o un semplice peggioramento della sua situazione, che comporta la diminuzione del prezzo dell'obbligazione
-VARIABILE: se l'obbligazione ha interessi variabili, il rendimento dipenderà dalla variazione di questi parametri
- RATING: è un valore in lettere che valuta il rischio di solvibilità dell'emittente, ovvero quanto è alto il rischio che alla scadenza dell'obbligazione i soldi investiti non vengano restituiti. Il rating non è un valore assoluto (Lehman B. aveva un rating alto...) e tra rating e rendimento in genere c'è un rapporto inverso, ovvero più è basso è il rating più è alto il rendimento. Tra le società che effettuano valutazioni di rating: Moody's, Standard Poor's, Fitch.
- OUTLOOK: è un termine che indica la previsione sull'andamento futuro di un rating.
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